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In Romeo e Giulietta di Shakespeare due bande rivali di adolescenti lottano e si uccidono con delle armi vere e alla fine i protagonisti si suicidano.
Nella nostra versione i personaggi non usano spade o pistole, ma semplicemente hanno in mano un telefonino che usano impropriamente come un’arma.
Ci siamo dunque chiesti: oggi, in che mondo vivrebbero Romeo e Giulietta? Dove viviamo noi? La riscrittura è partita da qui, calando la vicenda shakespeariana ai giorni nostri. Provando a immergere i protagonisti nella cronaca nera dei giornali, nelle chat, nei selfie, in quel mondo di adolescenti fatto di zainetti, challenge e cyberbullismo. Abbiamo mischiato i linguaggi. Lo smartphone ci ha cambiato la vita. Lo tocchiamo e accarezziamo più di 2000 volte al giorno. Non toccheremo mai nessuno così tanto. È l’indiscusso protagonista della grande rivoluzione antropologica di fine millennio. Esiste un prima e un dopo. E uno smartphone nel mezzo. Lo smartphone è anche il deus ex machina di “Romeo e Giulietta Opera Ibrida”.
Perciò lo abbiamo introdotto nel rapporto col pubblico in un modo del tutto innovativo. Come sappiamo, in teatro lo smartphone è il grande escluso, guai ad accenderlo, bisogna silenziarlo, nasconderlo. “In Romeo e Giulietta Opera Ibrida” lo spettatore non viene solo invitato, bensì “obbligato” ad usarlo. In alcuni momenti della pièce lo spettatore deve “armarsi” di smartphone e cuffie e scegliere chi spiare, quale ramo della storia seguire, cosa escludere. Gli attori e le attrici infatti reciteranno alcune scene in spazi non direttamente visibili dagli spettatori e saranno seguiti da cameramen e trasmessi in diretta streaming sugli smartphone. Lo spettatore accetta l’ansia, la frustrazione di non poter sapere tutto, ma può switchare da una scena all’altra. Non è solo fruitore passivo, ma complice attivo in una vicenda che esplode, per l’appunto, attorno a un video condiviso tra migliaia di haters sconosciuti. Al tempo stesso l’uso dello smartphone allarga lo spazio scenico, lo deforma, lo arricchisce. Il palco non è solo di fronte alla platea, ma sono i camerini, i corridoi, gli edifici e le strade attorno al teatro, l’interno di un’automobile poco distante. Lo spettatore sfonda la quintatura e guarda dove prima non era possibile guardare, ha quella stessa sensazione di controllo che proviamo ogni giorno accarezzando il nostro smartphone. Siamo ovunque, in contatto con tutti. È vero? È falso? (Cabiria Teatro)
CREDITI
ispirato a William Shakespeare
drammaturgia Maurizio Patella
con Federico Antonello, Mariano Arenella, Erica Camiolo, Elena Ferrari, Claudio Pellerito, Alberto Pirazzini, Matteo Sangalli
scene solo video Silvia Soncini
solo audio Maurizio Patella
network design e progettazione regia streaming Leonardo Moiso
sviluppo applicativo, aiuto regia Matilde Ugolini
Phygital experience design Associazione Gomboc
soggetto, supporto alla drammaturgia e regia Mariano Arenella
produzione Cabiria Teatro
in collaborazione con Fondazione Teatro Coccia e
Consigliato dai 14 anni d’età.
E’ necessario portare il proprio smartphone con auricolari.
DURATA: 120 minuti
BIGLIETTI: 18 euro intero; 16 euro over 65;
10 euro under 28 alla prima
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse onlus
Piazza Renato Negri,6 – 16123 Genova
p. iva 01519580995 | codice identificativo 5RUO82D