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L’epilessia è un male ma anche un fenomeno e stigma sociale assai poco raccontato, nonostante la sua diffusione – oggi si stima ne soffra l’1% della popolazione mondiale – e molti sono stati i grandi personaggi che ne hanno sofferto, da San Paolo a Dostoevskij.
L’epilessia è nata insieme all’uomo e, nonostante la sua considerazione muti nel corso dei secoli e tra le culture, rimane a oggi un fenomeno misterioso. Le sue cause, una volta escluse le componenti genetiche, sono ancora oscure; il suo trattamento è difficile, così come la diagnosi.
Gli antichi greci lo chiamavano male sacro e consideravano i malati un tramite con gli dei; nel Medioevo le donne che ne erano affette erano considerate streghe e condannate al rogo; fino al 1970, nel Regno Unito esistevano leggi che impedivano a chi ne soffriva di sposarsi.
Il lavoro parte dalla storia della stessa Irene Mantova – la cui epilessia è stata diagnosticata nel 2023 a venticinque anni, dopo una vita di inspiegabili “crisi” – dal racconto autobiografico dell’impatto che la malattia, non riconosciuta, ha avuto sulla sua vita, per poi intrecciarsi con quella di Jane Avril, la ballerina di can can immortalata da Toulouse Lautrec.
Avril fu resa famosa proprio dalla sua malattia, che lei stessa parodiava nella sua danza.
Una strana carriera, partita dall’ospedale della Salpêtrière e finita sui palcoscenici di tutto il mondo, che si specchia in quella di una giovane interprete contemporanea portando nello spettacolo una componente coreografica.
“Quando avevo diciannove anni chiamavo mio padre ogni giorno. Quando il suo cellulare suonava staccato per più di un’ora sapevo che era perché aveva avuto una crisi epilettica. In quel periodo, in cui per ironia della sorte studiavo Neuroscienze, l’epilessia è stato un buco in cui mio padre spariva all’improvviso per poi tornare senza saperne raccontare nulla. Finché finalmente una prescrizione ha funzionato, e il buco è stato chiuso ermeticamente. Dodici anni dopo ho incontrato Irene e il racconto della sua malattia, del lunghissimo tempo che è servito per arrivare alla diagnosi, mi hanno riavvicinato a quel periodo dimenticato. Le chiedevo di parlarmene, ma mentre l’ascoltavo mi accorgevo che ascoltare non mi bastava: avevo bisogno di raccontare, insieme a lei, cosa c’è in quel buco”.
Giovanni Ortoleva
CREDITI
progetto e regia di Giovanni Ortoleva
con Irene Mantova
produzione Fondazione Luzzati-Teatro della Tosse
PRIMO STUDIO IN ANTEPRIMA NAZIONALE
BIGLIETTI: Intero 18 euro
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse onlus
Piazza Renato Negri,6 – 16123 Genova
p. iva 01519580995 | codice identificativo 5RUO82D