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L’espressione “Karingana wa karingana” in shangana, la lingua più parlata tra le tante che si usano a Maputo, capitale del Mozambico, equivale su per giù al nostro “C’era una volta” e dà il titolo a un progetto nato proprio in quella città, nell’arco di 10 giorni di prove nel grande, fatiscente ma estremamente fascinoso Teatro Scala. È sul palcoscenico di quel teatro che Alberto Nhabangue, Ernesto Aleixo e Roberto Castello si sono incontrati per la prima volta, hanno ascoltato insieme le estrose e inusuali musiche composte appositamente da Stefano Giannotti e hanno immediatamente iniziato a montare lo spettacolo, senza sapere assolutamente nulla l’uno dell’altro, o essersi mai visti, né parlati. Il frutto del lavoro è stato poi mostrato per la prima volta la mattina dell’undicesimo giorno, in una piazzetta del problematico quartiere di Mafalala, davanti a un paio di italiani espatriati, una piccola folla di bambini deportati lì per l’occasione e Manuela Soeiro, attrice e regista 80enne, autentico monumento vivente del teatro mozambicano che, dopo avere stoicamente assistito sotto un sole feroce, ha suggerito Karingana Wa Karingana come titolo dello spettacolo.
“Karingana wa karingana”, dopo Maputo, è stato presentato a Capannori in luglio, per la quinta edizione di Tempi Moderni e arriva ora a Genova per concludere il tour italiano nella speranza poi di proseguire, l’anno prossimo, nei villaggi del sud del Mozambico. Un progetto appassionante che è stato possibile realizzare grazie a Boarding Pass Plus, un bando del Ministero della Culturache ALDES, Fondazione Luzzati- Teatro della Tosse e Khani Khedi hanno vinto, proponendo un progetto di cooperazione culturale alla pari che prevedeva che fossero realizzate a Maputo due micro produzioni nella logica di “Tempi Moderni”, ovvero del più rigoroso risparmio; micro spettacoli destinati a essere presentati gratuitamente in spazi privati come aie, corti e cortili chiedendo agli spettatori come contropartita, di ricambiare l’impegno di artisti, finanziatori e organizzatori portando beni di prima necessità, raccolti sul posto da volontari (a Capannori della Caritas) per essere poi immessi nel circuito della solidarietà sociale. Un sistema che trasforma ogni serata in una piccola festa cui partecipano vicini di casa, parenti, amici, turisti, passanti occasionali e che rende “Tempi Moderni” un laboratorio di sperimentazione unico alla ricerca di un teatro popolare d’arte contemporaneo inclusivo. Un sistema che verrà replicato anche in occasione delle due restituzioni in programma a Genova, in virtù della collaborazione ormai consolidata con Resistere e Creare e grazie ad una rete di solidarietà attivata su territorio che vedrà coinvolti: Emporio Solidale Genova, per il ritiro e la ridistribuzione dei generi alimentari donati dal pubblico; Comitato per Prè, comitato di quartiere che ospiterà la replica pomeridiana dello spettacolo in Piazza Inferiore del Roso.
CREDITI
un progetto di ROBERTO CASTELLO
co-creazione e interpretazione Ernesto Aleixo e Alberto Nhabangue
musica originale Stefano Giannotti
traduzione simultanea Mariano Nieddu
progetto realizzato grazie al sostegno della Direzione Generale Spettacolo del Ministero della Cultura Italiana, Bando Boarding Pass Plus (ALDES – Fondazione Luzzati Teatro della Tosse in partnership con Khani Khedi soluciones artisticas), Regione Toscana / Sistema Regionale dello Spettacolo, Comune di Capannori, Fondazione Cassa di Risparmio di Lucca
ringraziamenti Teatro Scala di Maputo, Ambasciata Italiana in Mozambico
PER ASSISTERE ALLO SPETTACOLO PORTA GENERI ALIMENTARI NON DEPERIBILI (pasta, salsa, scatolame ecc.)
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse onlus
Piazza Renato Negri,6 – 16123 Genova
p. iva 01519580995 | codice identificativo 5RUO82D