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Lou Tapage è un sestetto piemontese che fonde la tradizione nata dalla musica popolare e dai balli occitani col cantautorato italo-francese e il folk rock, sperimentando registri e lingue diversi, per raccontare storie. Portano a La Claque il nuovo album, “Novecento”.
Che arrivino da un territorio di frontiera come l’Occitania, è chiaro sin dall’apertura dell’album, affidata ad un folk rock in francese dopo il quale partono le danze. Da momenti più riflessivi ad altri dal ritmo più incalzante, nel disco c’è spazio per archi e pianoforte, per chitarre distorte e incursioni elettroniche, per la celebrazione di ogni forma di ballo e di musica come espressioni di autodeterminazione dell’individuo e delle comunità, fino alla chiusura con una ballata in levare che racconta la fine dell’inverno e la primavera che torna a soffiare.
In tutto l’album il passato – che sia la tradizione popolare o le influenze musicali del XX secolo – è una costante, ma se ancorarsi al passato vorrebbe dire chiudere gli occhi e far finta di vivere in un’epoca che non c’è più, vivere esclusivamente il presente sarebbe come muoversi in un mare senza coordinate per interpretarlo. È possibile abitare questi anni venti con un disco che si chiama Novecento e dal secolo scorso prende buona parte dell’ispirazione musicale? E se l’altra metà delle influenze arrivasse da una tradizione di musica popolare che conta il tempo non in decenni ma in secoli? Quello che cerchiamo di fare in questo album – raccontano i Lou Tapage – è abitare il presente senza rinunciare alla propria storia, basta che l’uno non escluda l’altro.
Il frastuono, il rumore, un grande, onesto e sano casino: questa è la traduzione dalla lingua occitana di LOU TAPAGE. Con oltre 500 concerti all’attivo, tra Italia, Francia e Svizzera, portano sul palco la loro festa in musica, un rock folk nato dalla musica popolare e dai balli occitani. In un serissimo divertissement i Lou Tapage mescolano tradizione popolare con cantautorato italo-francese e il rock più ruvido, sperimentando registri e lingue diversi, per raccontare storie. Hanno all’attivo 7 dischi, oltre alla riscrittura in occitano di “Storia di un impiegato” di Fabrizio de Andrè (link) grazie al quale hanno partecipato e vinto il primo premio al Festival “Risuonando de Andrè”, premiati da Pier Michelatti, Direttore artistico della rassegna nonché storico bassista del cantautore genovese. Finalisti del Capitalent di Radio Capital, per tre volte sono stati ospiti al Capodanno Celtico a Milano presso il Castello Sforzesco, in cui hanno potuto aprire i concerti di Hevia e dei Kila. Hanno suonato in festival quali Balla coi Cinghiali, Folkest, Bustofolk, Nubilaria Celtic Festival, Tavagnasco Rock, Colonia Sonora, Estivada, Hestiv’ Oc, Taranta Power in Calabria, Montelago e molti altri. Hanno suonato all’auditorium Rai di Torino in apertura del concerto di Eugenio Bennato, e sono stati finalisti dell’1MFestival (ora 1Mnext) in una delle prime edizioni del contest. “Novecento” è il nuovo album della band, che esce nell’autunno 2023.
BIGLIETTI:
early bird euro 10;
in biglietteria, la sera stessa euro 12
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse onlus
Piazza Renato Negri,6 – 16123 Genova
p. iva 01519580995 | codice identificativo 5RUO82D