–
Racconto d’inverno è uno spettacolo scritto e diretto da Marco Maccieri, liberamente tratto dal testo di Shakespeare, una allegoria perfetta, secondo il regista, della situazione attuale.
“Dopo il periodo complesso vissuto durante la prima metà del 2020, mi stavo chiedendo quale fosse il ruolo del Teatro dopo una così grande paura. La pandemia che stava imperversando in tutto il mondo, a mio parere, avrebbe portato ripercussioni imprevedibili sulla psiche di coloro che avevano visto cambiare così improvvisamente le loro vite. Cosa poteva dire l’Arte teatrale a un’umanità spaventata che vede di colpo l’altro essere umano come un potenziale pericolo? Ho pensato che fosse necessario tornare al ruolo primordiale del teatro, quello del rito. Il rito di una comunità che si racconta una storia attorno al fuoco e che l’atto in questione dovesse essere sincero, cioè nascere dal bisogno di un gruppo di artisti di mettersi in contatto con il pubblico di un territorio.
Costruire una relazione alla pari, in cui gli attori potessero evocare insieme al pubblico in un cerchio magico una storia per poter uscire cambiati, almeno un pochino, dal teatro. Di poter fare un piccolo passo dall’inverno di questa nostra situazione, verso la primavera. Mi ha molto affascinato il pensiero che non è ridendo che si combattono i nostri demoni, ma ridimensionandoli attraverso una sublimazione artistica che ci porta a una leggerezza dell’anima che comunemente chiamiamo “lieto fine”. L’inverno simboleggia la morte, e Shakespeare nei primi tre atti inserisce una morte fisica, una morte spirituale e infine una morte emotiva. Ma come il sole sorge a est e tramonta a ovest, la primavera nasce dalla morte dell’inverno. E questo è un messaggio potente che emerge dal testo di Shakespeare: l’inverno ritornerà sempre, ma la primavera non è così lontana”.
Marco Maccieri
Il re di Sicilia Leonte ha sposato Ermione, ma crede che il figlio nascituro sia del re di Boemia Polissene. Leonte ordina al cortigiano Camillo di avvelenare Polissene, ma questi non gli obbedisce e fugge con lui. Leonte istruisce un processo per adulterio contro Ermione e fa interpellare l’oracolo di Delfi e ordina che la bambina, nata nel frattempo, venga abbandonata su una spiaggia deserta. La morte di Ermione giunge prima che l’oracolo sveli la sua innocenza, mentre Perdita, la bambina, viene salvata da un pastore. Passano gli anni e Perdita, cresciuta, s’innamora di Florizel, figlio di Polissene, con cui fugge in Sicilia. Afflitto dal senso di colpa per la morte della moglie, Leonte riconosce la figlia e riceve in dono una statua che non solo somiglia a Ermione, ma è Ermione stessa, ritrovando saggezza e pace.
CREDITI
Adattamento e regia Marco Maccieri
Aiuto regia Lorenzo Frediani
Dramaturg Gabriele Gerets Albanese
con Fabio Banfo, Filippo Bedeschi, Sara Bellodi, Riccardo Bursi, Luca Cattani, Cecilia Di Donato, Alice Giroldini, Marco
Maccieri, Mauro Parrinello, Emanuele Retrivi, Matteo Sintucci e con gli allievi della Scuola MaMiMò Omar Borciani, Federico Di Dio, Silvia Paterlini, Lara Sassi
Ideazione scene e costumi Angela Ruozzi
Luci Fabio Bozzetta
Realizzazione costumi Nuvia Valestri realizzazione scene Keiko SHIRAISHI scenografa
Musiche Riccardo Bursi si ringrazia Marco Sforza per il brano “La Ballata di Autolico”
Fotografie Nicolò Degl’Incerti Tocci una produzione Centro Teatrale MaMiMò
Responsabile di produzione Elena Trevisan
Si ringrazia La Corte Ospitale
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse onlus
Piazza Renato Negri,6 – 16123 Genova
p. iva 01519580995 | codice identificativo 5RUO82D