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La pretesa segreta dell’arte è creare dal nulla e il luogo in cui meglio è possibile dimostrare la propria capacità di suscitare nuove forme dal vuoto è il deserto che, nella sua condizione estrema di monotonia del tempo e dello spazio, offre le condizioni per opporre un altro modo e per dimostrare che è possibile produrre un altro mondo.
Il deserto racchiude tutte le fantasie, in un ambiente solo falsamente vuoto, popolato com’è di figure mentali di ogni specie, unica compagnia che, nella solitudine più totale, è possibile trovare in una condizione temporale massimamente elastica, tra momenti di attesa esasperante e momenti di repentina prontezza, dettati dalla musica, composta su commissione.
Se nelle danze precedenti di Claudia Castellucci la tensione mentale dei Danzatori era implicita nell’interpretazione di uno schema coreografico rigoroso, qui la danza è più spinta ad affermare se stessa come arte della flagranza, dove gran parte dell’impegno si esprime in decisioni immediate che ogni Danzante deve prendere, spogliato di qualsiasi modello.
Deserto, caverna, savana, sono parole iperboliche e simboliche, che più di tutte richiamano la condizione di questi Interpreti chiamati a restituire un nulla basilare, il basso-continuo della vita, la sua tenerezza quando la si veda scorrere da lontano.
Correnti magnetiche che inducono a sentire lo stesso impulso, che non fa somigliare né accomuna, ma che soltanto spiega l’amore più riposto.
Drammaturga, coreografa e didatta, Claudia Castellucci ha fondato con Romeo Castellucci e con Chiara e Paolo Guidi la Societas Raffaello Sanzio, compagnia teatrale attiva dal 1981 al 2006, anno in cui si trasforma in Societas, dando luogo a sviluppi distinti per ognuno degli artisti fondatori. Dagli anni della sua formazione scolastica a indirizzo artistico (Liceo Artistico, Sezione Architettonica e Accademia di Belle Arti a Bologna Sezione di Pittura), ha continuato a produrre arte. Nel 1989 fonda la Scuola teatrica della discesa, un insieme di giovani che si incontra regolarmente per cinque anni unendo alla ginnastica una pratica filosofica. Negli anni successivi lo studio si allarga al movimento ritmico e nel 2003 fonda la Stoa, una scuola che dura cinque anni, lungo i quali si realizzano i Balli, danze improntate a un’interpretazione del movimento che considerano il tempo come dimensione principale. Nel 2015 fonda la Scuola Mòra, che si costituisce in Compagnia nel 2019, con la realizzazione del ballo Verso la specie, danza che prende a modello la metrica della poesia greca arcaica; la meta-danza All’inizio della città di Roma, sulle prime transazioni sociali di un’umanità alle prese con la vita di massa, e la danza Il trattamento delle onde, basata sul suono delle campane. Segue Fisica dell’aspra comunione, una danza costruita su Le Catalogue d’Oiseaux di Olivier Messiaen, che vede l’esecuzione per pianoforte dal vivo ad opera di Matteo Ramon Arevalos. In occasione della Biennale di Venezia 2020, Claudia Castellucci ha ricevuto il riconoscimento del Leone d’Argento per la Sezione Danza diretta da Marie Chouinard. Nel 2021, La nuova Abitudine, danza basata sul canto Znamenny, un antico canto liturgico ortodosso, di impronta greca, che si fonde con la tradizione rurale della musica russa.
Scrive diversi testi di drammaturgia, di arte scolastica e di coreografia. Tra questi: Uovo di bocca (Bollati Boringhieri 2000), Setta Scuola di tecnica drammatica (Quodlibet 2015), e Bollettini della Danza (Edizioni Sete 2019).
CREDITI
danza della Compagnia Mòra, diretta da Claudia Castellucci
con Sissj Bassani Silvia Ciancimino, Guillermo de Cabanyes René Ramos, Francesca Siracusa, Pier Paolo Zimmermann
Coreografia Claudia Castellucci
Musica Stefano Bartolini
Autore delle Luci Andrea Sanson
Abiti Woojun Jang
Tecnica Francesca Di Serio
Direzione alla Produzione Benedetta Briglia Organizzazione Valeria Farima
Amministrazione Michela Medri, Elisa Bruno, Simona Barducci
Produzione Societas, Cesena
Co-produzione TPE – Teatro Piemonte Europa / Festival delle colline Torinesi
Con il sostegno di UBI Unione Buddhista Italiana, Triennale Milano Teatro
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse onlus
Piazza Renato Negri,6 – 16123 Genova
p. iva 01519580995 | codice identificativo 5RUO82D