I rifiuti, la città e la morte

I rifiuti, la città e la morte

I rifiuti, la città e la morte ha debuttato in prima assoluta alla Biennale di Venezia il 21 settembre 2020.

Nel 1975 Reiner Werner Fassbinder, per concludere la sua esperienza come direttore del Theater am Turn di Francoforte, scrive il testo destinato a essere colpito dal più serio caso di censura che si sia registrato in Germania dopo la fine del Terzo Reich.

Quella de I rifiuti, la città e la morte è la storia di una moderna Passione, in cui a fare le spese della natura crudele degli uomini e della loro propensione naturale verso il male è una giovane prostituta chiamata Roma. Un testo allo stesso tempo blasfemo e religioso, che mette sulla croce una figura che nel racconto biblico troviamo ai piedi di Cristo. Alla vita di Roma si legano strettamente le sorti della Città, in cui è in corso una battaglia che vede opporsi tra loro forze conservatrici filo-naziste e nuovi poteri economici liberali.

Il fatto che il personaggio del ricco speculatore edilizio che prende sotto la sua ala Roma fosse chiamato esplicitamente “Il Ricco Ebreo” e la sua caratterizzazione morale fosse ambigua valse al testo l’accusa di antisemitismo, nonostante l’autore lo avesse scritto proprio per portare all’attenzione del pubblico la nascita di un “nuovo antisemitismo” in Germania. “[è] al contrario antisemita parlare degli ebrei e di altre minoranze esclusivamente in termini positivi, solo perché si tratta di minoranze” argomentava Fassbinder in difesa del suo testo. Senza successo. La rappresentazione fu bloccata e le copie del testo furono date al macero. Dopo numerosi tentativi ostacolati da proteste e interruzioni forzate, l’opera è andata in scena in Germania per la prima volta nel 2009, trentaquattro anni dopo la sua redazione.

Portare in scena I rifiuti, la città e la morte significa affrontare argomenti che rappresentano zone oscure in cui preferiamo non addentrarci. Fare del membro di una minoranza un
personaggio complesso, rinunciando a narrazioni consolatorie, significa renderlo parte integrante, piuttosto che integrata, della società; e questo si dimostra difficile oggi come, e forse più che, negli anni settanta.

di: Reiner Werner Fassbinder
traduzione: Roberto Menin

progetto e regia: Giovanni Ortoleva
scene e costumi: Marta Solari
musiche a cura di: Pietro Guarracino
cura del movimento: Leda Kreider

con: Marco Cacciola, Andrea Delfino, Paolo Musio, Nika Perrone, Camilla Semino Favro, Edoardo Sorgente, Werner Waas

assistente alla regia: Gabriele Anzaldi

 

produzione: Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse (IT)

coproduzione: THEATERDISCOUNTER (DE)

in collaborazione con:Barletti/Waas (IT/DE), ITZ – Berlin (DE)
si ringrazia: Goethe-Institut Genua

Debutto in prima assoluta alla Biennale di Venezia, 21 settembre 2020

Teatro Piccolo Arsenale

Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse onlus

Piazza Renato Negri,6 – 16123 Genova

p. iva 01519580995 | codice identificativo 5RUO82D

info@teatrodellatosse.it

Botteghino +39 010 2470793

Uffici +39 010 2487011