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Un giorno, da bambina, in quella stessa stazione, salì su un treno che l’avrebbe condotta al Polo Nord a conoscere Babbo Natale. Lo sguardo del pubblico di bambini porta la donna a ricordare. La neve che cade silenziosa, il crepitare del fuoco, la casa dei nonni in aperta campagna: questo è l’inizio di una narrazione ricca di avventure emozionali, piene di colori e suoni. La noia di una giornata senza amici, l’incontro fortuito con un pupazzo di neve triste e solo, l’idea di costruirgli una famiglia che lo renda felice: i bambini salgono sul palco e aiutano la donna a ricreare i giochi di un tempo. E poi l’arrivo di un treno misterioso e inaspettato che trasporta tutti nel racconto di una notte magica piena di folletti. I bambini conoscono bene l’eccitazione e l’ansia provate la vigilia di Natale. Crescendo, cominciano a nutrire il dubbio se credere o meno a qualcosa che non hanno mai visto.
Si parla sì dei simboli del Natale, ma in fondo è una storia universale sul credere nelle cose che non si riescono a vedere o a capire del tutto. Per la protagonista credere non ha né età né limiti e proprio quando la speranza sta per lasciare spazio alla disillusione, qualcosa accade: la sua mente e il suo cuore di adulta sono ancora aperti. Come dice saggiamente il macchinista, “non importa dove sta andando il treno. L’importante è decidere di salirci”.
Dai 3 anni d’età
CREDITI
di e con Federica Sassaroli
Fondazione Luzzati – Teatro della Tosse onlus
Piazza Renato Negri,6 – 16123 Genova
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